RACCOLTA FONDI PER FILM PROMO DI NICOLA CASTELLINI
Ciao, mi chiamo Nicola Castellini e ho iniziato a raccogliere fondi per realizzare un sogno.
Due anni fa, in un'altra piattaforma di crownfunding sono riuscito a raccogliere 2000 euro per far scrivere una sceneggiatura a una professionista su un mio soggetto filmico. Adesso voglio iniziare a girare! Per fare questo in modo qualificato dovrò pagare un team e realizzare un promo, ovvero un video con una scena che riterrò emblematica: il teaser.
https://www.gofundme.com/f/dona-per-aiutare-a-realizzare-il-mio-film
Il tuo contributo mi permetterà di iniziare il percorso, che prevede il noleggio delle attrezzature, un attore, una location, uno scenografo, un direttore della fotografia, la mia regia, un montatore, un cameraman e altro. La cifra che otterrò da questa raccolta sarà indice di qualità. Il teaser, una volta realizzato e finito, sarà presentato e diffuso nei circuiti di produzione cinematografica per ottenere i finanziamenti per l'intera opera, dal titolo Blocchi di solito.
qui sotto il link della precedente raccolta:
https://www.kickstarter.com/projects/nicocast/blocchi-di-solito?ref=user_menu
dove troverai la storia del film scritta e narrata con voce e immagini
VIDEO di supporto:
https://vimeo.com/519847561
Ciao, mi chiamo Nicola Castellini e ho iniziato a raccogliere fondi per realizzare un sogno.
Due anni fa, in un'altra piattaforma di crownfunding sono riuscito a raccogliere 2000 euro per far scrivere una sceneggiatura a una professionista su un mio soggetto filmico. Adesso voglio iniziare a girare! Per fare questo in modo qualificato dovrò pagare un team e realizzare un promo, ovvero un video con una scena che riterrò emblematica: il teaser.
https://www.gofundme.com/f/dona-per-aiutare-a-realizzare-il-mio-film
Il tuo contributo mi permetterà di iniziare il percorso, che prevede il noleggio delle attrezzature, un attore, una location, uno scenografo, un direttore della fotografia, la mia regia, un montatore, un cameraman e altro. La cifra che otterrò da questa raccolta sarà indice di qualità. Il teaser, una volta realizzato e finito, sarà presentato e diffuso nei circuiti di produzione cinematografica per ottenere i finanziamenti per l'intera opera, dal titolo Blocchi di solito.
qui sotto il link della precedente raccolta:
https://www.kickstarter.com/projects/nicocast/blocchi-di-solito?ref=user_menu
dove troverai la storia del film scritta e narrata con voce e immagini
VIDEO di supporto:
https://vimeo.com/519847561
TITOLO: Storie di Arrivo
GENERE: Bio/Poesia/Scrittura Creativa
Autori vari
Cesvol Umbria Editore – Editoria sociale
"Inseguendo sogni, o forse in cerca di buoni consigli, Nicola Castellini si aggira sulla pagina e nella vita fissando un orizzonte ... in una città umbra e in una vita di provincia dominati dalla calma piatta in superficie, ... mentre dentro è subbuglio, rabbia e caos. Con questa inquietudine di fondo, e un senso di inadeguatezza proprio dell'animo umano ma qui acuito ed estenuato da un “eccesso di sensibilità”, di chi cerca e scava ma spesso non trova, altalenando tra intimismo e denuncia sociale, Nico is not a crime ripercorre con capacità di introspezione, non priva di guizzi di ironia e lucida autoanalisi, le vicende personali dell'autore"
TITOLO: Nico is not a crime. Note scorrette e altre confidenze
GENERE: Autofiction
AUTORE: Nicola Castellini
EDITORE: Cesvol Umbria Editore – Editoria sociale
COLLANA: Quaderni del volontariato 9 - 2021
TITOLO: Nico is not a crime. Note scorrette e altre confidenze
GENERE: Autofiction
AUTORE: Nicola Castellini
EDITORE: Cesvol Umbria Editore – Editoria sociale
COLLANA: Quaderni del volontariato 9 - 2021
E' USCITO L'ALBUM MOESIE!
Ascoltabile gratuitamente qui:
https://nicolacastellini.bandcamp.com/album/moesie-2
Ascoltabile gratuitamente qui:
https://nicolacastellini.bandcamp.com/album/moesie-2
Blocchi di solito, in Feltrinelli
https://www.lafeltrinelli.it/ebook/blocchi-solito/9791220264839
https://www.lafeltrinelli.it/ebook/blocchi-solito/9791220264839
Blocchi di solito, l'ebook
Scopri l'anteprima
https://www.ibs.it/blocchi-di-solito-ebook-nicola-castellini/e/9791220264839
Aggiornamento al 21/02/2021
Dopo 10 giorni, siamo arrivati al 52 per cento del totale. Il sito è stato implementato con nuovi contenuti scritti, di immagini e di foto. Abbiamo inserito il link diretto per acquistare pure il romanzo omonimo. Vi invitiamo a seguirci, con l'entusiasmo di sempre!
Ottimo inizio! Siamo sulla strada giusta per raggiungere l'obiettivo!
Fai clic qui per modificare.
Grazie mille a tutti. In così breve tempo abbiamo raggiunto dei risultati importanti. In due giorni siamo quasi al 25 per cento del totale. Cosa dire? Sono sempre più commosso ed entusiasta di condividere la mia passione per la scrittura e per il cinema. In fondo ho scritto una storia d'amore tra due persone italiane che s'incontrano quasi per caso a Londra e diventano un tutt'uno. Col tempo si distaccano fisicamente ma non spiritualmente. Sarà solo alla fine che le rivedremo insieme tra mille peripezie. Nick è uno scrittore e Misty la sua musa. Il patto è sancito.
Partendo da un ricordo autobiografico, Misty diventa sempre più un ricordo, un’eco, una chimera. Questo ricordo rimane incerto tra la realtà e la psicomagia di uno scrittore che continua a rapportarsi a lei.
Ora, non rimane che continuare a cavalcare l'onda della passione e dell'entusiasmo, nella speranza che possa riprendermela. Voglio che la mia storia sia una nostra storia, che ci possa emozionare e coinvolgere. Questo posso realizzarlo solo scrivendo la sceneggiatura.
Per cui, continuate a seguirmi, spargete voce, che la cosa si può fare.
Grazie
Il link diretto del progetto sarà disponibile da sabato 12/02/2021 a dom 13/02/2021 su kickstarter digitando qui
Nicola Castellini
Partendo da un ricordo autobiografico, Misty diventa sempre più un ricordo, un’eco, una chimera. Questo ricordo rimane incerto tra la realtà e la psicomagia di uno scrittore che continua a rapportarsi a lei.
Ora, non rimane che continuare a cavalcare l'onda della passione e dell'entusiasmo, nella speranza che possa riprendermela. Voglio che la mia storia sia una nostra storia, che ci possa emozionare e coinvolgere. Questo posso realizzarlo solo scrivendo la sceneggiatura.
Per cui, continuate a seguirmi, spargete voce, che la cosa si può fare.
Grazie
Il link diretto del progetto sarà disponibile da sabato 12/02/2021 a dom 13/02/2021 su kickstarter digitando qui
Nicola Castellini
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https://www.kickstarter.com/projects/nicocast/blocchi-di-solito
Progetto Blocchi di solito
Blocchi di solito è il titolo del soggetto cinematografico, il mio primo, che ho scritto. Da qui va fatta la sceneggiatura. La persona professionista che ho contattato si è offerta di lavorarci.
La storia d'amore, oggetto del film, è ambientata nel '97. È la storia di Nick che da Perugia va a vivere a Londra, dove si ambienta, si innamora e diventa uno squatter. Le vicissitudini del protagonista a contatto con la sua crescita di scrittore. La storia finisce ai tempi odierni, in pieno lockdown.
Il link diretto del progetto sarà disponibile da sabato 12/02/2021 a dom 13/02/2021 su kickstarter
qui
Il mio ultimo saluto a Torgeir Wethal – Nessuno è innocente, amore. Intervista a Nicola Castellini
Con Nicola siamo amici. Amici da vent’anni, anno più, anno meno. Abbiamo condiviso una città, le sue periferie, le nostre cucine, progetti mai realizzati, esattamente quello che fanno gli amici.
Io sono andato via da Perugia nel 2008, la vita e le circostanze mi hanno portato altrove. Nicola è rimasto, tra Perugia e Ponte San Giovanni, che non è più Perugia eppure lo è ancora, in quella strana concezione della prima periferia umbra, che non assomiglia alle periferie delle altre città italiane, segue strade più lente. Ci sono dei tratti, tra Perugia e Ponte San Giovanni, in cui gli alberi garantiscono ombra perenne, anche nelle giornate afose.
Questa premessa serve a chiarire che questa è un’intervista che parte da una nostalgia, la mia, per arrivare, si spera, al futuro ignoto, all’ombra degli alberi, dietro cui temo non si nasconda niente ma al cui fascino si fa fatica a resistere.
Il libro di cui si parla nell’intervista si può acquistare presso l’autore direttamente alla mail [email protected]
Nicola, come ci siamo conosciuti io e te? Non me lo ricordo più. Prima di parlare del tuo libro, ti dispiace parlare un po’ di noi? Forse hai una memoria migliore della mia. Facciamo conto di voler raccontare una storia iniziata tanti anni fa, mi sembra il modo più giusto per arrivare al libro.
Caro Francesco, se la memoria non mi inganna ti conobbi ingaggiandoti per le riprese di uno spettacolo folle che dirigevo e interpretavo proprio a Ponte San Giovanni, il cui titolo corrisponde a Glacoma Sicu. Era in parte in dialetto siciliano, e io dovevo dare l’aria, interpretare Joyce ma non solo. Tu partecipasti con la tua videocamera in modo inusuale, in pieno delirio iperreale. Avevi infatti scartato la distanza che occorre tra te e gli attori, mostrando dettagli in modo molto accurato. Erano tempi di piena energia, che si liberava en plain air sotto il cielo ponteggiano, in piena estate.
Un’autobiografia è una responsabilità. Come hai gestito il peso della scrittura di sé? E come la presenti, in quale chiave interpretativa? Infine, per concludere questo blocco di domande, che importanza ha Torgeir Wethal? Perché il libro è un omaggio alla sua memoria? Chi è Torgeir Wethal?
La scrittura di sé in fondo è una derivazione dei diari, annotazioni, quaderni ed esperienze su carta, una fonte, quindi, cui ho sempre attinto. Persino nel mio primo romanzo, scritto nel ’97, prendevo spunto dalla realtà che mi circondava per trascenderla e creare una non storia. Questa autobiografica prende spunto dalla dipartita di Torgeir, venuto a mancare nel 2010, anno in cui ho cominciato a scrivere il testo a lui dedicato. Lui per me era un maestro di vita e di teatro, un potente mago che riusciva a farti liberare energie a lungo represse e a trasmetterle agli altri attraverso l’utilizzo del corpo-voce.Torgeir Wethal ha fondato l’Odin Teatret insieme a Eugenio Barba, aveva fatto suoi gli insegnamenti di Grotowsky e Cieslak; al di là degli enormi meriti artistici e pedagogici, era un uomo umile dal carisma enorme, dotato di un’umanità fuori della norma e se qualcuno, come me, seguiva il suo metodo, lo ricompensava con dell’autentica luce interiore. Molto spesso, nel corso del progetto Verso una compagnia teatrale Atipica, cui facevo parte, ho sentito la luccicanza. Spiegarla è cosa sminuente. Il progetto è ben documentato con una rassegna stampa in mio possesso che prima o poi scannerizzerò e metterò online gratuitamente.
Torgeir WethalIl libro nasce dal corso del CUT (Centro Universitario Teatrale) o sarebbe uscito da te lo stesso, magari in forma diversa? Quanto è stato importante il percorso di formazione teatrale rivolto a soggetti in trattamento psichiatrico? E quanto ha pesato la sua interruzione? Cosa significa sperimentare le pratiche dell’Odin Teatret a Perugia, negli anni tra il 2005 e il 2007/2008? Perugia ha una fortissima tradizione teatrale, anche di sperimentazione, che negli anni però io ricordo sbilanciarsi sempre più verso la memoria e poco sulla pratica del lavoro. Cosa significa lavorare in questa direzione?
Il lavoro in sala era cosa seria. Avevamo due tipi di insegnamento, quello proposto da Roberto Ruggieri, direttore del Cut, e quello proposto dai membri dell’Odin teatret. Non c’era solo Torgeir, ma anche Roberta Carreri, Ian Ferslev e il fu Augusto Omolu. Tutte persone che avevano varcato la soglia della percezione, capaci di trascendere la realtà e attrezzare i laboratorianti come noi, di prepararli a far volare. Noi eravamo utenti in terapia e si sentiva. Avevamo volontariamente accettato il progetto dell’Atipica consapevoli della durata triennale. I sacrifici erano tanti e dovevi dare un colpo di reni rispetto alle gabbie mentali personali che inevitabilmente facevano capolino in sala. Arrivò la fine del secondo anno con la promessa che l’anno successivo, quello finale, si sarebbe arrivati a una compiutezza della compagnia e a uno spettacolo finale, che sarebbe derivato dalle diverse dimostrazioni di lavoro per addetti ai lavori e che ci avrebbe permesso di andare in tournée. Non fu mai possibile, ci dissero che avevano tagliato i finanziamenti. Ci rimasi malissimo. Il mio testo compiuto è una forma di reazione e rivendicazione per l’esperienza monca che ho descritto.
Negli ultimi anni Perugia ha visto la scomparsa di Paolo Vinti, di tuo padre, più recentemente di Straccivarius, per me un maestro autentico, la cui morte mi addolora ogni volta che ci penso. Mi sono fatto di Perugia un’idea funebre, che spero non corrisponda alla tua. Forse sono influenzato anche dalla deriva politica della città, è possibile. Il tuo libro risente di questo o è solo una mia percezione della città e del tempo che la sta attraversando?
Come ti accennavo, il testo è stato concepito nel 2010 in seguito al dispiacere per la morte di Torgeir, assai prematura e inaspettata. Paolo Vinti era vispo e razionalmente attivo e delirante, Giorgio si esibiva spesso. Pensa che lo convinsi a esibirsi insieme a Francesco Bolo Rossini in un mio testo intitolato Sono andato via prima. Ho il video della cosa, sul mio canale youtube. Paolo Vinti hai ragione, poteva considerarsi il mio padre di giornalismo freelance, tanto è vero che mi ispirai a lui per Le periferie. Forse più che padre lo definirei fratello maggiore un po’ svitato in senso buono. Aveva una cultura fuori della norma, una sensibilità eccezionale. Giorgio era performer totale, vederlo in scena diretto da me fu un’esperienza arricchente e molto umana, troppo umana. Sono andato al suo funerale perché quello di Paolo non potevo, al tempo abitavo a Bruxelles. Non ho quindi cantato Bella Ciao. Ma basta parlare di defunti. È normale che le generazioni si diano il cambio. La morte è un cambio di dimensione e non dobbiamo cedere alla nostalgia ma valorizzare gli insegnamenti di vita che ci han lasciato i precedenti. Nel mio libro ironizzo sull’ultimo saluto a Torgeir, ovvero l’ultima volta che lo ho visto. Una circostanza che, se non lo avessi intuito, fu unica e sincronica.
L’associazione che hai fondato è ormai molto longeva e le auguro vita lunghissima e feconda. Che stai organizzando in relazione al libro? E in generale?
L’associazione culturale Arrivo è attiva dal 2001. Come avrai saputo Daniele ci ha lasciato. Ora stiamo vivendo una seconda giovinezza e ci sono nuove teste pensanti. Ci muoviamo coi testi e le performances, come sempre. Per quanto riguarda il libro, la buona notizia è che è stata finanziata la prima tiratura di 25 copie, mentre le successive esporranno il logo del Comune di Perugia che ha patrocinato il testo e il progetto che ci stiamo costruendo. Tra poco avremo una nuova presentazione e la relatrice sarà una psicologa gestalt entusiasta di questo viaggio psichico (o meglio psiconautico) all’interno del testo, perché vado a scavare nel profondo ma sempre con molta complicità comica o tragicomica.
Non scopro certo io che siamo, anche, le nostre esperienze. Mi chiedo allora quanto la formazione teatrale, oltretutto così specifica, con le caratteristiche proprie dell’Odin Teatret, abbia contribuito a formare uno stile di scrittura. Ce lo racconti?
Mah, riguardo la mia formazione teatrale, ho cominciato verso la metà degli anni ’90, quindi un po’ tardi anagraficamente rispetto al consueto. Col teatro cercavo di esprimermi e venire fuori, comprendermi meglio in relazione al mondo. Lo stesso con la scrittura. Lei è venuta prima. La relazione tra le due arti è logica, ma non immediata. Ho cercato di essere asciutto pur concedendomi dei deliri in termini di componimento e di costruzione del pensiero. Dopo tanto tempo di praticantato, sento che questo è un momento topico, sia per una prosa più popolare ma comunque poetica, sia per un tipo di teatro più rigoroso, che segua gli insegnamenti del mio regista e pedagogo attuale, Danilo Cremonte. C’è sempre spazio per la scoperta che parte da dentro e le immagini che fioriscono dall’inconscio, questa volta applicato in un’azione specifica, una sequenza con delle variazioni e quindi motivata. Poi la ricerca del clown interiore è un ulteriore viaggio sconosciuto che spalanca scenari che mi sono congeniali come la distruzione, il kaos, la confusione. È dall’infanzia che cerco di capirmi, mio malgrado, ma va bene così, c’è modo di continuare la recherche e stanare linguaggi. Riferito all’esperienza con l’Odin Teatret, ci portavano a scendere dentro di noi e a vedere cosa sarebbe successo. A me si incasinava il ragionamento classico e quando smettevo di pensare (la mente scimmia) riuscivo ad arrivare al livello richiesto, in parte simbolico, onirico, forse junghiano: l’attore redento e sacro che sacralizza lo spazio-tempo, lo rende immortale perché fonde sé stesso con lo spettatore, in un’orgia di sensi acuiti dalla sua scrittura scenica. Va da sé che il mio libro tenta un’azione improbabile e innesca un anti-ragionamento, facendo dell’esperienza il proprio mantra. Questo può risuonare dissonante, e i temi toccati combattono tra di loro per emergere, si va dal rapporto con il sesso all’ossessione per la destra, la paura di sapere che dentro di me ci siano elementi di destra, autoritari, superomistici, di una scrittura autocompiaciuta e onanista. Io tento di frullare le cose e mixarle a modo mio.
Con Nicola siamo amici. Amici da vent’anni, anno più, anno meno. Abbiamo condiviso una città, le sue periferie, le nostre cucine, progetti mai realizzati, esattamente quello che fanno gli amici.
Io sono andato via da Perugia nel 2008, la vita e le circostanze mi hanno portato altrove. Nicola è rimasto, tra Perugia e Ponte San Giovanni, che non è più Perugia eppure lo è ancora, in quella strana concezione della prima periferia umbra, che non assomiglia alle periferie delle altre città italiane, segue strade più lente. Ci sono dei tratti, tra Perugia e Ponte San Giovanni, in cui gli alberi garantiscono ombra perenne, anche nelle giornate afose.
Questa premessa serve a chiarire che questa è un’intervista che parte da una nostalgia, la mia, per arrivare, si spera, al futuro ignoto, all’ombra degli alberi, dietro cui temo non si nasconda niente ma al cui fascino si fa fatica a resistere.
Il libro di cui si parla nell’intervista si può acquistare presso l’autore direttamente alla mail [email protected]
Nicola, come ci siamo conosciuti io e te? Non me lo ricordo più. Prima di parlare del tuo libro, ti dispiace parlare un po’ di noi? Forse hai una memoria migliore della mia. Facciamo conto di voler raccontare una storia iniziata tanti anni fa, mi sembra il modo più giusto per arrivare al libro.
Caro Francesco, se la memoria non mi inganna ti conobbi ingaggiandoti per le riprese di uno spettacolo folle che dirigevo e interpretavo proprio a Ponte San Giovanni, il cui titolo corrisponde a Glacoma Sicu. Era in parte in dialetto siciliano, e io dovevo dare l’aria, interpretare Joyce ma non solo. Tu partecipasti con la tua videocamera in modo inusuale, in pieno delirio iperreale. Avevi infatti scartato la distanza che occorre tra te e gli attori, mostrando dettagli in modo molto accurato. Erano tempi di piena energia, che si liberava en plain air sotto il cielo ponteggiano, in piena estate.
Un’autobiografia è una responsabilità. Come hai gestito il peso della scrittura di sé? E come la presenti, in quale chiave interpretativa? Infine, per concludere questo blocco di domande, che importanza ha Torgeir Wethal? Perché il libro è un omaggio alla sua memoria? Chi è Torgeir Wethal?
La scrittura di sé in fondo è una derivazione dei diari, annotazioni, quaderni ed esperienze su carta, una fonte, quindi, cui ho sempre attinto. Persino nel mio primo romanzo, scritto nel ’97, prendevo spunto dalla realtà che mi circondava per trascenderla e creare una non storia. Questa autobiografica prende spunto dalla dipartita di Torgeir, venuto a mancare nel 2010, anno in cui ho cominciato a scrivere il testo a lui dedicato. Lui per me era un maestro di vita e di teatro, un potente mago che riusciva a farti liberare energie a lungo represse e a trasmetterle agli altri attraverso l’utilizzo del corpo-voce.Torgeir Wethal ha fondato l’Odin Teatret insieme a Eugenio Barba, aveva fatto suoi gli insegnamenti di Grotowsky e Cieslak; al di là degli enormi meriti artistici e pedagogici, era un uomo umile dal carisma enorme, dotato di un’umanità fuori della norma e se qualcuno, come me, seguiva il suo metodo, lo ricompensava con dell’autentica luce interiore. Molto spesso, nel corso del progetto Verso una compagnia teatrale Atipica, cui facevo parte, ho sentito la luccicanza. Spiegarla è cosa sminuente. Il progetto è ben documentato con una rassegna stampa in mio possesso che prima o poi scannerizzerò e metterò online gratuitamente.
Torgeir WethalIl libro nasce dal corso del CUT (Centro Universitario Teatrale) o sarebbe uscito da te lo stesso, magari in forma diversa? Quanto è stato importante il percorso di formazione teatrale rivolto a soggetti in trattamento psichiatrico? E quanto ha pesato la sua interruzione? Cosa significa sperimentare le pratiche dell’Odin Teatret a Perugia, negli anni tra il 2005 e il 2007/2008? Perugia ha una fortissima tradizione teatrale, anche di sperimentazione, che negli anni però io ricordo sbilanciarsi sempre più verso la memoria e poco sulla pratica del lavoro. Cosa significa lavorare in questa direzione?
Il lavoro in sala era cosa seria. Avevamo due tipi di insegnamento, quello proposto da Roberto Ruggieri, direttore del Cut, e quello proposto dai membri dell’Odin teatret. Non c’era solo Torgeir, ma anche Roberta Carreri, Ian Ferslev e il fu Augusto Omolu. Tutte persone che avevano varcato la soglia della percezione, capaci di trascendere la realtà e attrezzare i laboratorianti come noi, di prepararli a far volare. Noi eravamo utenti in terapia e si sentiva. Avevamo volontariamente accettato il progetto dell’Atipica consapevoli della durata triennale. I sacrifici erano tanti e dovevi dare un colpo di reni rispetto alle gabbie mentali personali che inevitabilmente facevano capolino in sala. Arrivò la fine del secondo anno con la promessa che l’anno successivo, quello finale, si sarebbe arrivati a una compiutezza della compagnia e a uno spettacolo finale, che sarebbe derivato dalle diverse dimostrazioni di lavoro per addetti ai lavori e che ci avrebbe permesso di andare in tournée. Non fu mai possibile, ci dissero che avevano tagliato i finanziamenti. Ci rimasi malissimo. Il mio testo compiuto è una forma di reazione e rivendicazione per l’esperienza monca che ho descritto.
Negli ultimi anni Perugia ha visto la scomparsa di Paolo Vinti, di tuo padre, più recentemente di Straccivarius, per me un maestro autentico, la cui morte mi addolora ogni volta che ci penso. Mi sono fatto di Perugia un’idea funebre, che spero non corrisponda alla tua. Forse sono influenzato anche dalla deriva politica della città, è possibile. Il tuo libro risente di questo o è solo una mia percezione della città e del tempo che la sta attraversando?
Come ti accennavo, il testo è stato concepito nel 2010 in seguito al dispiacere per la morte di Torgeir, assai prematura e inaspettata. Paolo Vinti era vispo e razionalmente attivo e delirante, Giorgio si esibiva spesso. Pensa che lo convinsi a esibirsi insieme a Francesco Bolo Rossini in un mio testo intitolato Sono andato via prima. Ho il video della cosa, sul mio canale youtube. Paolo Vinti hai ragione, poteva considerarsi il mio padre di giornalismo freelance, tanto è vero che mi ispirai a lui per Le periferie. Forse più che padre lo definirei fratello maggiore un po’ svitato in senso buono. Aveva una cultura fuori della norma, una sensibilità eccezionale. Giorgio era performer totale, vederlo in scena diretto da me fu un’esperienza arricchente e molto umana, troppo umana. Sono andato al suo funerale perché quello di Paolo non potevo, al tempo abitavo a Bruxelles. Non ho quindi cantato Bella Ciao. Ma basta parlare di defunti. È normale che le generazioni si diano il cambio. La morte è un cambio di dimensione e non dobbiamo cedere alla nostalgia ma valorizzare gli insegnamenti di vita che ci han lasciato i precedenti. Nel mio libro ironizzo sull’ultimo saluto a Torgeir, ovvero l’ultima volta che lo ho visto. Una circostanza che, se non lo avessi intuito, fu unica e sincronica.
L’associazione che hai fondato è ormai molto longeva e le auguro vita lunghissima e feconda. Che stai organizzando in relazione al libro? E in generale?
L’associazione culturale Arrivo è attiva dal 2001. Come avrai saputo Daniele ci ha lasciato. Ora stiamo vivendo una seconda giovinezza e ci sono nuove teste pensanti. Ci muoviamo coi testi e le performances, come sempre. Per quanto riguarda il libro, la buona notizia è che è stata finanziata la prima tiratura di 25 copie, mentre le successive esporranno il logo del Comune di Perugia che ha patrocinato il testo e il progetto che ci stiamo costruendo. Tra poco avremo una nuova presentazione e la relatrice sarà una psicologa gestalt entusiasta di questo viaggio psichico (o meglio psiconautico) all’interno del testo, perché vado a scavare nel profondo ma sempre con molta complicità comica o tragicomica.
Non scopro certo io che siamo, anche, le nostre esperienze. Mi chiedo allora quanto la formazione teatrale, oltretutto così specifica, con le caratteristiche proprie dell’Odin Teatret, abbia contribuito a formare uno stile di scrittura. Ce lo racconti?
Mah, riguardo la mia formazione teatrale, ho cominciato verso la metà degli anni ’90, quindi un po’ tardi anagraficamente rispetto al consueto. Col teatro cercavo di esprimermi e venire fuori, comprendermi meglio in relazione al mondo. Lo stesso con la scrittura. Lei è venuta prima. La relazione tra le due arti è logica, ma non immediata. Ho cercato di essere asciutto pur concedendomi dei deliri in termini di componimento e di costruzione del pensiero. Dopo tanto tempo di praticantato, sento che questo è un momento topico, sia per una prosa più popolare ma comunque poetica, sia per un tipo di teatro più rigoroso, che segua gli insegnamenti del mio regista e pedagogo attuale, Danilo Cremonte. C’è sempre spazio per la scoperta che parte da dentro e le immagini che fioriscono dall’inconscio, questa volta applicato in un’azione specifica, una sequenza con delle variazioni e quindi motivata. Poi la ricerca del clown interiore è un ulteriore viaggio sconosciuto che spalanca scenari che mi sono congeniali come la distruzione, il kaos, la confusione. È dall’infanzia che cerco di capirmi, mio malgrado, ma va bene così, c’è modo di continuare la recherche e stanare linguaggi. Riferito all’esperienza con l’Odin Teatret, ci portavano a scendere dentro di noi e a vedere cosa sarebbe successo. A me si incasinava il ragionamento classico e quando smettevo di pensare (la mente scimmia) riuscivo ad arrivare al livello richiesto, in parte simbolico, onirico, forse junghiano: l’attore redento e sacro che sacralizza lo spazio-tempo, lo rende immortale perché fonde sé stesso con lo spettatore, in un’orgia di sensi acuiti dalla sua scrittura scenica. Va da sé che il mio libro tenta un’azione improbabile e innesca un anti-ragionamento, facendo dell’esperienza il proprio mantra. Questo può risuonare dissonante, e i temi toccati combattono tra di loro per emergere, si va dal rapporto con il sesso all’ossessione per la destra, la paura di sapere che dentro di me ci siano elementi di destra, autoritari, superomistici, di una scrittura autocompiaciuta e onanista. Io tento di frullare le cose e mixarle a modo mio.
L'associazione culturale Arrivo organizza una performance con Nicola Castellini e Benedetta Rocchi nel ruolo improbabile della bambina che seduce un giudice. Il testo è tratto dal freepress Le periferie 11 ed è stato scritto da Pietro Zanchi per FC NEROLATINO nel 1992. Presenta Giacomo Oliva. L'evento verrà aperto da un paio di poetesse sottoposte alla lettura pubblica di brani a sorpresa. L'ingresso è liberissimo. A seguire distribuzione gratuita de Le periferie 11. Verrà organizzato un banchetto per il libro Il mio ultimo saluto a Torgeir Wethal, autobiografia antipsichiatrica di Nicola Castellini, 308 pagine, 15 euro.
La Favola del fuoco è stata composta durante un soggiorno in Sicilia, tempo fa, dal suo autore, Nicola. Ripresa dopo anni di letargo e solitudine, ha generato in Francesca la voglia di ricavarne sessioni orali di canti antichi in grecanico. Correlata da illustrazioni di Domi, viene proposta in un libricino per Edizioni Arrivo. Per la prima volta Luciana la accompagnerà con movimenti e suoni basici. La sessione prevede la lettura dal vivo della Favola. Durata 15'.
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La Favola del fuoco è stata composta durante un soggiorno in Sicilia, tempo fa, dal suo autore, Nicola. Ripresa dopo anni di letargo e solitudine, ha generato in Francesca la voglia di ricavarne sessioni orali di canti antichi. Correlata da illustrazioni di Domi, viene proposta in una prima edizione correlata di libricino per Edizioni Arrivo. Questo evento è presentato in anteprima dall'Associazione culturale Arrivo alla Libreria Clu. La sessione prevede la lettura dal vivo della Favola. Durata 15'.
Più info sul libro clicca qui e qui. Per acquistalo clicca qui.
9 - 10 - 11 Settembre 2016 Chiostro S. Anna Viale Roma PG ore 21.15
Tema CROLL, soundtrack del video Blocchi di solito clicca qui
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TRAILER DEL VIDEO "BLOCCHI DI SOLITO" CLICCA QUI
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PERFORMANCE MOETICA DI NICOLA CASTELLINI E CARLOS ERNESTO MOSCOSO THOMPSON AL BAR CHUPITO -PG- PER ZONA FRANCA DICEMBRE 2015
cliccami per vedere il video
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cliccami per vedere il video
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LA FAVOLA DEL FUOCO
C’era una volta una dolcissima fata turchina che aveva
un figlio un po’ pazzarello che non amava le regolette e
il pensiero comune. La fatina, alla nascita del bambino,
espresse il desiderio che suo figlio diventasse una buona
persona e mentre lo esprimeva accese una sigaretta, che
il vento impedì di accendere al primo tentativo.
Nel corso del tempo il bimbo diventò ragazzo, e apprese
tante belle cose, come la scrittura, i disegnini e la
bellezza dei colori. La matematica era un’opinione, e
non riuscì mai a fare i conticini come facevano tutti,
lui arrivava alla soluzione del problema per strade
che nessuno pensava, però ci arrivava.
Un giorno la maestra gli chiese di risolvere un
problema di arance, e lui ne mangiò una, ma
l’altra proprio non gli andava! La maestra gli
spiegò che il suo stomaco era proprio piccolino, e
col tempo sarebbe cresciuto e avrebbe potuto allora man-
giarne due. Il ragazzo per tutta risposta offrì
l’arancio alla sua maestra, che esclamò: risolto il
problema!! Con il passare degli anni il ragazzo
divenne un ometto, ma sua madre, che tanto lo
amava, pur vivendo lontanino, si era lasciata se-
durre dalla Strega Malefica. Questa signora
aveva un bozzo in mezzo alla fronte che non aveva
mai e mai voluto levare, e le conferiva un aspet-
to diabolico e rognoso, e la sua voce era così
stridula e acuta che neanche le zanzare
volevano pizzicarla. Quando la Strega Malefica andò
a vivere per breve tempo con la Fata Turchina il
figliolo, ormai ometto, che aveva visto sua madre
cambiata, la ammonì. Prese un pezzo di legno e
lo percosse levandogli la corteccia vecchia, diede
sfregamento a un sasso e ci fece un focherello.
Poi, chiamando la Fata sua madre, le fece vedere
il fumo che ne usciva, che era di buon profumo.
Il giorno dopo passò e arrivò quello dopo ancora.
La Fata Turchina provò a rifare il fumo con la
corteccia rimasta, e rimase impressionata dal cattivo
odore, così cominciò a pensare senza arrivare a
nessuna soluzione. La corteccia sparì tutto di un
tratto e nulla rimase per la Fata Turchina e il
suo ometto-figlio. Allora provò a percuotere ancora
il ramo divenuto più grande, come un tronco.
In quel tronco c’era la verità, e l’essenza della
vita. Ma la Strega Malefica, che era invidiosa
del figlioletto della fata, fece un incantesimo orrendo
levando la parola a tutti e due. Il figlioletto,
che ben sapeva scrivere, provò a trasformare il
legno del tronco in fogli di carta, e ci riuscì
dopo molti e molti tentativi, facendo prima
bagnare e poi asciugare il legno steso per terra
dopo averlo allisciato. Per scrivere ciò usò un formaggino
come inchiostro, che era di proprietà della
Strega Malefica. Nel foglio di carta scrisse
alla fata sua madre di dar fuoco al foglio.
Ma la Strega, che era sempre attenta e guardinga,
aveva capito tutto e nascose i fiammiferi in
un posto riparato. Ma la fata, che i fiammiferi non usava,
imparò da suo figlio lo
sfregamento su pietra delle scintille, e riuscì con
emozione a bruciare il foglio di carta. Dai
bagliori vennero fuori lampi di luce intensa a
forma di mani, e le mani mimarono un movi-
mento circolare, come a formare una palla di
fuoco. In quell’istante la Strega Malefica
capì che doveva difendersi con l’acqua, ma
fece l’errore di prenderla dal mare, e l’acqua
salata le bruciò le mani. La Strega Malefica
lanciò un urlo che il figlioletto della fata
raccolse e portò in bocca. Poi diede un bel
bacio sulla guancia alla Fata Turchina, sua madre,
impregnandosi di turchese. Sua madre aprì la
bocca e gli disse: Grazie, figlio mio bellissimo.
E Cocò, così si chiamava suo figlio bellissimo,
fece un sorriso così amorevole che gli uccellini
smisero di cantare per un secondo, e poi ri-
presero con un’armonia che il mondo conosce quan-
do tutto si aggiusta bene e l’amore rosso si mescola
col celeste del cielo diventando Tramonto.
Regalo di Natale
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IL TEMPO DELLE VIOLE
Foto di Attilio Brancaccio, dal sito http://www.ignotomag.com/il-tempo-delle-viole/
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http://www.perugiachannel.it/PLAYER/player.htm?../FLV-2013/2013-COME-VIENE-VIENE-05-01-13-Parte-1-1655.flv
Clicca sul bottone per visualizzare la prima short-story pubblicata dall'autore nel 1998 a Londra, in inglese, sulla rivista THE ROUGH COPY.
TI INVITO A VISITARE LA VETRINA DEL MIO LULU.COM ALL'INDIRIZZO:
http://www.lulu.com/spotlight/nicocast72
/// 23 SETTEMBRE 2011 ORE 19.30 APPUNTAMENTO FESTIVAL DELLE ARTI, NICOLA PRESENTERA' IL SUO PROGETTO "MISTER GREAT". INGRESSO GRATUITO.
/// STASERA 22 AGOSTO 2011 MIA PERFORMANCE LETTERARIA DI VIDEOSCRITTURA DAL VIVO NELL'AMBITO DEL FESTIVAL FILOSOFICO OICOS RIFLESSIONI, ORE 21 IN PIAZZA DEL COMUNE DI ASSISI (PG).
Dell’evento del 29 Aprile scorso presso la libreria Mondadori di Bastia Umbra - PG
Ringraziamenti
Volevo ringraziare tutte le persone che hanno assistito all’evento del 29 aprile.
Lo faccio ora che ho la mente sgombra e libera. E’ stato un momento molto im-
portante e condiviso, speciale. Aver letto le mie cose, aiutato da altri tre artisti,
dal sostegno organizzativo di mia madre, dal patrocinio dell’assessorato alla Cul-
tura Dott.ssa Aristei, dalla libreria Mondadori, dall’articolo uscito sul Giornale dell’Umbria.
Un evento che ho costruito in un periodo dove ho incontrato persone speciali che
mi hanno sostenuto e incoraggiato, a partire dalla locandina, dal titolo, per proseguire
con i contenuti. Ringrazio la dea ispiratrice e il sentimento, l’emozione, lo spazio performativo,
il service, la compagnia Atmo, le aziende di vini, la pasticceria, la pizzeria che hanno offerto il
loro lavoro a noi. Ringrazio chi ha ascoltato e chi ha acquistato, chi mi ha chiesto gli autografi
e chi semplicemente è venuto, ha partecipato ed è tornato a casa con qualcosa in più, spero, nel cuore.
Nicola Castellini, 20 Maggio 2011
IL DONO DEL NERO PERFETTO
15 Maggio 2011 ore 16
Recital di Nicola Castellini
Teatro Ciuffetti di Massa Martana - Perugia
HAITU'
Spaventosi terremoti di benessere collettivo,
è l'individuo che conta per tre.
Perfette decadi s'allineano tra gradini
immaginati nel magnifico dell'universo,
contratto a suo fine d'inizio incerto
tra baci di rime tempestuose bambine
giovan tra la vita, e la morte.
Oh massi incontrati d'asfalto contati,
cadaveri sepolti, tra cenere e materia,
il pianto ribelle di un fato meschino.
Dov'era quel giorno il dì verecondo,
sincera la mano d'aiuto e commiato,
complessi di colpa, la vita è risolta,
s'innesca rapace di onde liberate,
HAITU'
signora, riposa in aurora
la falce martella livello per terra,
son morti son degni
in verno tu regni.
Nicola Castellini
PROGETTO "TASTIERA APERTA" - Una evoluzione del Clipwriting
Il progetto è un tentativo concreto di scrittura aperta, inteso come attuazione del mezzo informatico, il computer, per condividere un proprio vissuto sensoriale, un racconto di vita, una esperienza che ci sta a cuore, nel nostro vissuto quotidiano. Intendiamo proporre questo spot per esportarlo in altri ambiti, da quello scolastico a quello dell'ENTERTAINMENT. Le due sezioni si intersecano piacevolmente. La prima opportunità è quella di coinvolgere i giovani a scrivere con noi attrezzando un'aula allo scopo. La seconda quella di intervenire in festival, eventi, multimedialità offrendo il nostro apporto artistico di scrittori LIVE. Una poesia elettronica visuale in un evento musicale o altro.
INFO E BOOKING
[email protected]
NO INFO NO BOOKIN'
INFO E BOOKING
[email protected]
NO INFO NO BOOKIN'
Una recensione di Umbriacity.it che esordisce così:
Fabrizio Bandini è il proprietario della Midgard, la casa editrice underground di Perugia, che innova il panorama letterario italiano dando a spazio a molti emergenti, soprattutto di Perugia, come Nicola Castellini, David Chialli e Giovanni Dozzini. Innova anche perché sa riportare a una dimensione locale, artisti globali, come Filippo Timi.
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www.
Performance estiva dedicata a un libero pensatore. Buona visione ilare.
"P.G." racconto personale all'interno del libro collettivo Racconti Perugini, edito da Midgard. In omaggio per voi.
Presto online su questi schermi.
http://www.megaupload.com/?d=RWKI5AR2
IN QUESTO LINK DI CUI SOPRA POTETE scaricare sul vostro pc ed ASCOLTARE LA SELEZIONE DI RAITUNES DOVE NICOLA HA INTERAGITO SUL PROGRAMMA RADIO CROSS-MEDIALE DI ALESSIO BERTALLOT. BUON ASCOLTO.
News / Eventi
/// SABATO 13 NOVEMBRE 2010
ORE 11,30 SALA DELLA CANNONIERA, ROCCA PAOLINA PERUGIA
CLIPWRITING, il gioco della scrittura
con Nicola Castellini ed Elena Succhiarelli
nell'ambito della manifestazione UMBRIA LIBRI 2010.
Verrà dimostrato che la scrittura vive, performa, è performativa, è incarnata, si riproduce in vita, è vivente. Verrà utilizzato un computer e un proiettore e due persone interagenti. L'ingresso è gratuito.
/// MARTEDI 28 SETTEMBRE 2010
0RE 22:00
LETTURA PUBBLICA AL WINEBAR DEL GIARDINO "ROSSOVINO" DI PERUGIA.
Il suo letto una croce vuota e bellissima, riposa dolce Salvatore, riposa le tue stanche ossa, i tuoi stupendi muscoli, la Pace ti avvolga nel tuo letto il fiume danubiano, il tuo cadavere dorme per tornare tra di noi, quella Luce della tua anima in questa oscura notte dell’anima eterna, gioia per te da noi tutti, amore mio dolcissimo ed eterno che muovi le tue mosse, cammini nei tuoi passi possano le tue belle scarpe avere pietà di te e aiutarti all’indirizzo che tu cerchi del bianco sorriso dei tuoi forti denti che la spalancata gioiosa bocca rinnova il mio spirito, sempre e per sempre in un sacro connubio di intenti alla ricerca di una nostra dimora interiore in cui poter cucinare amore e bere passione di sguardi vivi e accesi in un materiale rispetto altrui per le nostre uniche vite.
ORE 11,30 SALA DELLA CANNONIERA, ROCCA PAOLINA PERUGIA
CLIPWRITING, il gioco della scrittura
con Nicola Castellini ed Elena Succhiarelli
nell'ambito della manifestazione UMBRIA LIBRI 2010.
Verrà dimostrato che la scrittura vive, performa, è performativa, è incarnata, si riproduce in vita, è vivente. Verrà utilizzato un computer e un proiettore e due persone interagenti. L'ingresso è gratuito.
/// MARTEDI 28 SETTEMBRE 2010
0RE 22:00
LETTURA PUBBLICA AL WINEBAR DEL GIARDINO "ROSSOVINO" DI PERUGIA.
Il suo letto una croce vuota e bellissima, riposa dolce Salvatore, riposa le tue stanche ossa, i tuoi stupendi muscoli, la Pace ti avvolga nel tuo letto il fiume danubiano, il tuo cadavere dorme per tornare tra di noi, quella Luce della tua anima in questa oscura notte dell’anima eterna, gioia per te da noi tutti, amore mio dolcissimo ed eterno che muovi le tue mosse, cammini nei tuoi passi possano le tue belle scarpe avere pietà di te e aiutarti all’indirizzo che tu cerchi del bianco sorriso dei tuoi forti denti che la spalancata gioiosa bocca rinnova il mio spirito, sempre e per sempre in un sacro connubio di intenti alla ricerca di una nostra dimora interiore in cui poter cucinare amore e bere passione di sguardi vivi e accesi in un materiale rispetto altrui per le nostre uniche vite.